Piani di studio personalizzati

Una delle introduzioni più innovative e più caratteristiche della riforma del sistema di istruzione e di formazione approvata nel 2003 (la cosiddetta “riforma Moratti”, Legge n°53/2003) è stata quella dei Piani di Studio Personalizzati (PSP), che costituiscono uno degli elementi portanti dell’intero provvedimento sul sistema scolastico.

I Piani di Studio Personalizzati indicano il percorso didattico che la scuola costruisce per ogni alunno, personalizzandolo nella progettazione, nello svolgimento (le unità di apprendimento) e nella verifica (portfolio delle competenze).

Questi percorsi rappresentano un vincolo nazionale al quale tutti gli Istituti scolastici sono tenuti a conformarsi e che lo Stato ha il dovere di indicare, pur nel rispetto del principio dell’autonomia scolastica.

La legge spiega che le istituzioni scolastiche devono impegnarsi a trasformare gli obiettivi generali del processo educativo e gli obiettivi specifici di apprendimento in obiettivi formativi più individuali e calibrati sui singoli alunni. Non si tratta dunque di impartire insegnamenti individualizzati, che pur restano una valida metodologia didattica, quanto di pianificare l’intero itinerario scolastico di ciascun alunno secondo esigenze e capacità personali, instaurando con lui un rapporto didattico e formativo che lo impegni e lo responsabilizzi.

Materialmente, le indicazioni ministeriali sono mere linee guida e raccomandazioni generali, che non specificano modi e criteri di determinazione dei piani di studio e della loro progettazione, lasciando quindi ai singoli istituti scolastici piena autonomia sul piano concreto di attuazione.

Dal momento che i Piani di studio confluiscono in modo integrante nel Piano dell’Offerta formativa (POF) di istituto, essi devono essere definiti classe per classe, dopo una preliminare analisi sintetica delle situazioni personali di ogni allievo.

La personalizzazione dei Piani di studio, tuttavia, non comporta ovviamente una definizione separata per ciascun alunno.

I Piani di studio personalizzati sono essenzialmente costituiti da:

  • un’anamnesi sintetica delle caratteristiche, delle potenzialità e delle esperienze formative dell’alunno, attingendo eventualmente dai dati ricavati dal porfolio della scuola dell’infanzia;
  • gli obiettivi formativi generali;
  • le varie fasi del percorso didattico.

Come si può facilmente comprendere, un simile livello di personalizzazione dev’essere ispirato alla massima flessibilità. Per questo, la riforma ha introdotto un monte ore annuo (coincidente con l’intero anno scolastico) per le attività didattiche, distribuibile a livello mensile, settimanale e giornaliero: un metodo estremamente pratico e utile, attraverso il quale poter adeguare alle esigenze delle diverse classi l’organizzazione delle attività formative da parte delle istituzioni scolastiche.  Tale monte ore annuo a gestione flessibile è pienamente coerente con il principio di autonomia didattica e organizzativa (Dpr n°275/1999, artt. 4 e 5).

Periodicamente, un docente coordinatore procede alla verifica dei Piani, integrandoli alla luce delle valutazioni espresse da tutto il corpo docenti.

I Piani di studio personalizzati si strutturano in Unità di Apprendimento, che riassumono gli obiettivi formativi, i metodi e i contenuti delle attività didattiche, e le modalità di verifica dei risultati.

L’insieme delle unità di apprendimento costituisce il Piano di Studio Personalizzato, consultabile dal corpo docenti e dalle famiglie degli alunni, rappresentando un importante documento per attestare le competenze acquisite e i progressi compiuti.

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