Continuità educativa
Il principio di continuità scolastica è tenuto in grande considerazione nella normativa italiana di riferimento.
Significative al riguardo sono le premesse ai Programmi Ministeriali della Scuola elementare, oggi Scuola Primaria, del 1985 e della Scuola media (oggi Scuola Secondaria di Primo Grado) del 1979, che sottolineano l’importanza della continuità del processo didattico-formativo, come condizione imprescindibile per assicurare agli alunni il conseguimento degli obiettivi dell’istruzione obbligatoria.
L’INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) ha evidenziato, già da qualche anno, il grosso problema della valutazione delle competenze e del monitoraggio degli apprendimenti nel passaggio tra ordini di scuola contigui. La Legge n°53/2003 inerente la riforma del sistema scolastico italiano (nota ai più come Riforma Moratti, dal nome di Letizia Moratti, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal 2001 al 2006) afferma che la continuità educativa implica un costante flusso di informazioni tra le diverse agenzie educative, un coordinamento didattico tra i docenti di scuole diverse e attività di orientamento scolastico a favore degli alunni.
La riforma inoltre ha introdotto il portfolio come strumento di documentazione e certificazione delle competenze di ogni alunno durante le varie fasi del percorso scolastico e formativo, a sottolineare come sia essenziale un raccordo tra ordini di scuola, affinché il percorso si sviluppi in modo più armonico possibile.
La necessità di un impegno coerente e uniforme nel progettare ed impostare la formazione degli alunni si evince anche dal Decreto Legislativo n°59/2004 nel “Profilo educativo, culturale e professionale dello studente (PECUP) alla fine del Primo ciclo d' Istruzione.
Più recentemente, il Decreto Ministeriale del 31/07/2007 (“Indicazioni per il curricolo per la Scuola dell’Infanzia e per il Primo Ciclo d’istruzione”) e la successiva Direttiva Ministeriale n°68/2007, del Ministro della Pubblica Istruzione dal 2006 al 2008 Giuseppe Fioroni, stabiliscono i traguardi auspicabili nelle varie aree disciplinari, da tenere costantemente all’orizzonte con il fine primario di superare la frammentazione scolastica.
Gli aggiustamenti apportati ai diversi ordini di scuola mirano dunque a garantire agli alunni un processo evolutivo unitario e uno sviluppo coerente, basato su stabilità dei contenuti e dei metodi educativi, dove gli obiettivi siano da intendersi in senso longitudinale e visti in evoluzione. Perciò, il processo deve basarsi su una logica di sviluppo in cui l’obiettivo raggiunto sia premessa e base per quello successivo, accompagnando la crescita della persona nei suoi diversi contesti di vita e di formazione.
Per questo motivo è fondamentale che la continuità educativa avvenga anche tramite un’azione coerente e coordinata tra la scuola e la famiglia, oltre che tra i cicli didattici successivamente frequentati dal soggetto in via di sviluppo.