Organizzazione degli spazi

Per spazio scolastico si intende l'insieme di dimensioni, oggetti, simboli, strutture che disegnano lo scenario ove si svolge l'azione didattica.

La calzante metafora dello spazio come “terzo insegnante”, usata da Loris Malaguzzi, celebre pedagogista e insegnante italiano, ben identifica l’importanza del ruolo che l’ambiente può ricoprire nel sistema-scuola. Non si tratta solo di un ruolo di contesto, funzionale a rendere possibili determinate attività, ma anche di stimolare il modo in cui tali attività possono essere svolte, introducendo l’idea di “spazio educativo” appropriato.

In Italia, è più vero che in altre realtà europee che le tradizionali strutture di edifici scolastici non vengono ridiscusse nei loro aspetti funzionali e simbolici ormai da decenni. L’organizzazione dello spazio all’interno degli edifici scolastici ha sempre avuto l’obiettivo di suggerire relazioni gerarchiche basate su ideologie di ordine, controllo, sorveglianza, disciplina e competizione.

La necessità di ridefinire queste caratteristiche è un’istanza che emerge da più voci e che procede di pari passo con l’evoluzione del sistema educativo e con il progresso tecnologico e industriale. Sono sempre più frequenti le iniziative governative volte a promuovere azioni di ristrutturazione e costruzione di nuovi edifici scolastici. Superata la visione basata su spazi statici, astrattamente definiti in un approccio classicamente “top-down”, si predilige oggi una visione più dinamica e funzionale dello spazio: niente più modello trasmissivo, in cui lo spazio è definito da cattedre e banchi fissi, ma un modello che contempla invece un mix di approcci e strategie didattiche centrate sugli studenti, che sempre più manifestano un diverso modo di rapportarsi all’ambiente scolastico.

Si sta finalmente diffondendo l’opinione che gli ambienti scolastici dovrebbero per natura essere più flessibili e adattabili alle diversificate attività che si svolgono al loro interno: spazi chiusi e rigidamente predefiniti sono ormai inadeguati a stare al passo con i processi che si sviluppano a scuola. Al contrario, spazi aperti, aree interne, arredi flessibili, tecnologie mobili sono solo alcuni esempi di un nuovo ambiente didattico che richiede un ripensamento complessivo. In tal senso l’aula didattica generalista perde la sua egemonia per lasciare spazio ad una serie di ambienti variegati e rimodulabili in base alle esigenze.                             

La scuola è in tutto e per tutto un luogo da abitare e deve quindi rispecchiare gli stessi standard di benessere e abitabilità delle altre strutture pubbliche e private.

Sia che si parli di scuole realizzate ex novo grazie ad una fortunata combinazione di risorse disponibili e istituzioni lungimiranti, sia che si parli di edifici esistenti, è opportuno predisporre ambienti di apprendimento più moderni ed efficaci: aule dotate di tecnologie digitali, connettività a banda larga, arredi flessibili, spazi riconfigurabili, banchi combinabili, sedie scorrevoli, schermi interattivi, dispositivi mobili, e via dicendo.

Questi sono solo alcuni esempi di elementi di una nuova organizzazione degli spazi che si prefigga di superare il concetto di aula monouso per mettere a disposizione degli studenti e del personale scolastico una gamma di potenziali setting personalizzabili e funzionali a una molteplicità di strategie didattiche.

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