Immaginare il futuro che cambia

VIII edizione del convegno “Le storie siamo noi”

Il convegno biennale ”Le storie siamo noi” è la prima iniziativa scientifica e divulgativa italiana dedicata interamente al rapporto tra scienze della narrazione e orientamento, un incontro periodico che mette insieme esperti di varie discipline e operatori della formazione, dell’istruzione, dell’orientamento e della comunicazione narrativa.

L’accoglienza

La mattina del 1° ottobre si è aperta l’ottava edizione del convegno biennale “Le storie siamo noi”, dedicato a “Immaginare il futuro che cambia”: due giorni di lezioni, storie e cantieri narrativi nell’area di archeologia industriale ex-Ilva di Follonica, durante i quali si è parlato di futuro, di lingua, di stereotipi, di orientamento e, soprattutto, delle risorse narrative di cui le persone e le comunità dispongono per immaginare il futuro in trasformazione.

Il gruppo dei/delle volontari dell’associazione L’Altra Città (Paola Brunello, Andrea Caldelli, Paola Egisti, Daniela Giovannini, Laura Pierangioli), che aveva già iniziato la preparazione dei materiali il giorno precedente, si è dato appuntamento nei locali del foyer del Teatro Fonderia Leopolda alle 8:00. mentre l’accoglienza dei partecipanti si è svolta a partire dalle 9:00 e ben oltre l’orario previsto, le 9:45, a causa dei ritardi dovuti alle misure di sicurezza e, anche, al clima da subito conviviale che si è creato. Sette studenti del Liceo linguistico cittadino hanno iniziato il loro stage ricevendo le istruzioni dagli organizzatori.

Ai/alle partecipanti sono stati distribuiti gratuitamente:

  • il Quaderno di lavoro dell’VIII edizione del convegno (disponibile gratuitamente anche in formato digitale);
  • un numero della rivista «La ricerca» di Loescher editore (sponsor e media partner);
  • un numero della rivista «La vita scolastica» di Giunti Scuola (sponsor);
  • una copia del volume Un anno di Leggere: Forte! in Toscana.

I primi cantieri narrativi

Alle 10:00, dopo una breve presentazione degli organizzatori Federico Batini e Simone Giusti, i/le partecipanti sono stati accompagnati nei 4 cantieri narrativi in programma, dei laboratori pratici in cui è stato possibili confrontarsi su strumenti, metodi e pratiche educative e di orientamento:

  • Viaggi ed incontri: percorsi di orientamento narrativo blended per studentesse, studenti, insegnanti e famiglie insieme con Martina Evangelista e Andrea Paolini (Sala Tirreno);
  • Un solo futuro? Esplorare i mondi e le possibilità della lettura ad alta voce per immaginare il domani con Andrea Mancini, Irene Catanzani, Vanessa Candella, Maria Assunta Rutigliano e Susanna Morante (Sala dei fantasmi, Magma);
  • Caleidoscopio di paesaggi futuri tra fantascienza e narrazioni biografiche: atelier di collage e scrittura creativa con Cristoforo Caiazzo, Luisa Lanari, Silvia Rubes, Sara Volpini (Leopoldina);
  • Narrazioni prospettiche: il potere immaginifico dei silent book con Diego Izzo, Giulia Mattiacci, Aurora Castellani (Sala multimediale Fonderia 1).

Un altro cantiere si è svolto esclusivamente in modalità online, in modo da poter offrire l’opportunità di parttecipare a distanza anche a questa fase del convegno:

Un momento di uno dei cantieri narrativi

Tutti pazzi per lempowerment. Percorsi di orientamento narrativo blended per il triennio delle scuole secondario superiori di II grado (trasmesso dal ristorante del teatro).

Durante lo svolgimento dei laboratori (sessioni parallelle) un gruppo di volontari/e ha provveduto ad allestire la regia, gestita da Giulia Toti ed Eleonora Pera in stretta collaborazione e con il supporto del personale del teatro e del service, che si è sempre mostrato attento, preparato e disponibile.

La prima lezione

Nella convinzione che il futuro si nutra di storie e abbia quindi bisogno soprattutto di immaginazione, ma anche di comunità narrative, cioè di ambienti favorevoli alla condivisioni di storie, in cui sia possibile ascoltare e essere ascoltati, gli organizzatori hanno deciso di dare la parola soprattutto a ragazze e ragazzi di quattro soggetti collettivi: il Tavolo delle Ragazze, la redazione del blog Qualcunoconcuicorrere, i performer The Gardeners e il gruppo Faros.

Alle ore 12:40 circa il collettivo The Gardeners, composto dai piemontesi Dario Bruna, Edi Guerzoni, Francesca Bruna, Lorenzo Donato e Davide Mancini, ha dato inizio a una performance di danza e musica nello spazio antistante il lato ovest del Magma, nel prato dell’Ex Ilva, radunando così i/le partecipanti ai diversi cantieri ormai conclusi. «Gli ambienti dai quali proveniamo – ha detto Edi Guerzoni durante la performance – sono la musicoterapia, la danza e il teatro, la storia dell’arte, la produzione musicale, la musica elettronica, i servizi alla persona», e poi «il nostro è un approccio partecipativo, di empowerment: non importa il risultato tecnico, ma che la persona partecipi attraverso un’emozione e un appagamento – che spesso vengono a mancare nella musica e nell’arte professionali. È un’idea di partecipazione forte, non semplicemente frivola».

Alle 13:15 sono stati distribuiti i pasti ai/alle volontari e agli ospiti (circa 50), oltre che a un gruppo di partecipanti che hanno pagato anticipatamente per il servizio.

Lezioni, storie, ricerche ed esperienze: giorno 1

La prima sessione in plenaria – trasmessa in streaming e ora disponibile sul canale YouTube dell’associazione Pratika – si è aperta alle 14:40 con un intervento del sindaco Andrea Benini e poi dell’assessora Barbara Catalani. Gli organizzatori Federico Batini e Simone Giusti hanno introdotto il tema della giornata per lasciare la parola al sociologo Paolo Jedlowski, che è intervenuto dall’Università della Calabria per raccontare e commentare una storia di fantascienza, il romanzo Sul filo del tempo di Marge Piercy.

Il secondo collettivo invitato a tenere una lezione, la redazione del blog Qualcunoconcuicorrere, era formato da Matteo Biagi, il docente che ha ideato il blog, e tre studenti universitarie, Margherita Marini, Eleonora Boni e Carlotta Baldi Papini, che hanno raccontato la propria esperienza di lettrici e hanno avviato una riflessione sul rapporto tra lettura e gestione del futuro.

A seguire, Alessia Barbagli, docente di scuola secondaria di primo grado di un istituto comprensivo di Roma, ha puntualmente illustrato un progetto di scrittura collettiva realizzato durante il primo lockdown. Manila Raimondo ha poi presentato gli aspetti metodologici e la struttura di un laboratorio narrativo-autobiografico destinato agli studenti del Corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria realizzato presso l’Università degli Studi di Palermo.

Pietro Lucisano, professore ordinario di Pedagogia sperimentale alla Sapienza di Roma, ha raccontato e commentato il mito di Prometeo ed Epimeteo, tratto dal Protagora di Platone: un invito esplicito ad accompagnare l’istruzione scolastica dei giovani con un’educazione alla politica e alla giustizia.

L’ultima ricerca della giornata, Immaginare il futuro della lettura: un approccio biografico, è stata illustrata da Daniele Garritano (Università della Calabria) con un video registrato. Prima della lezione finale è stato ospitato un breve intervento non previsto di Vincenzo Alastra, responsabile Formazione e Sviluppo Risorse Umane dell’ASL di Biella, che ha presentato un progetto realizzato in collaborazione con la sua azienda sanitaria.

In chiusura sono intervenute tre studentesse universitarie di Follonica, Vittoria Laino, Beatrice Melis, Irene Travascio, fondatrici e animatrici del collettivo Fáros, le quali hanno presentato il processo di costruzione di un progetto per la riqualificazione del territorio. La pandemia, hanno affermato, «è una tragedia che ha ristretto il nostro orizzonte (almeno per il momento) in modo brusco e inaspettato, limitando il nostro sguardo, ma con il risvolto positivo di funzionalizzare questa nuova ‘miopia’ alla cura per la vicinanza, per la ‘comunità’, per la prima casa, per la nostra città, per i nostri coetanei e vicini».

 Una lettura scenica

La sera alle 21:45, dopo una cena offerta dall’organizzazione a volontari e ospiti, il Teatro si è riaperto per dare spazio a una lettura scenica curata dalla regista romana Lisa Ferlazzi Natoli nell’ambito del progetto IF/Invasioni (dal) Futuro: “Storie e suoni dalla fantascienza: Dèi mortali di Orson Scott Card”. L’attrice Arianna Gaudio, accompagnata dai suoni del musicista Gabriele Coen, ha dato voce a uno straordinario racconto su uno dei possibili futuri dell’umanità.

 Lezioni, storie, ricerche ed esperienze: giorno 2

La seconda gionata si è aperta, in leggero ritardo rispetto alle previsioni, con la proiezione dell’intervento dello psicologo Andrea Smorti, che ha commentato la “piccola storia di N.” pubblicata nel Quaderno di lavoro invitando il pubblico a riflettere sul rapporto fecondo tra memoria del passato e immaginazione del futuro.

Michele Cometa, professore ordinario di Letterature comparate e docente di cultura visuale dell’Università di Palermo, ha ricostruito magistralmente la storia della passione di Aby Warburg – uno dei maestri della cultura visuale novecentesca – per gli indiani d’America, andando a toccare alcuni aspetti fondamentali del rapporto tra immagini colte e immagini popolari, tra storia dell’arte e memoria personale.

La prima lezione della giornata è stata affidata al collettivo Il tavolo delle ragazze, ideato e coordinato dalla scrittrice e docente Giusi Marchetta, presente al convegno con Silvia Grasso e con Giada Letonja, le quali sono intervenute autonomamente sul palco per illustrare il lavoro del Tavolo delle ragazze e i principi fondamentali che guidano la loro azione: la necessità di mettere in discussione i nostri riferimenti culturali e la nostra storia per poter cambiare prospettiva e costruire il futuro (Silvia Grasso), il bisogno, soprattutto a scuola, di educare coscienze critiche libere, capaci di riconoscere e sfidare le regole ingiuste (Giada Letonja). «Non posso non pretendere – ha affermato Giada Letonja – che scuola ed università smettano d’essere l’espressione istituzionalizzata di un sistema di potere che s’oppone in ogni modo ai principi d’uguaglianza su cui si fonda la nostra Repubblica. E se ammettiamo che la forza della donna sta non nell’identificarsi, ma nel rifiutare la cultura nella misura in cui ella stessa ne è sempre stata rifiutata, non possiamo non esigere di conseguenza che la scuola fornisca un’educazione al ruolo di alterità che questa ha ed ha avuto rispetto a quanto rappresentato dal maschile nella storia».

Dopo un breve intervento di Federico Batini, che ha ribadito l’importanza delle parole di Letonja e ha sottolineato la forza del gesto di Giusi Marchetta, che ha accompagnato le ragazze al convegno per lasciare loro la parola, è venuto il turno di dello psicologo Emanuele Castano, che ha presentato da remoto i risultati ancora inediti di una ricerca sulla complessità nei romanzi popolari e nella narrativa letteraria.

Ancora da remoto ha poi preso la parola la climatologa Elisa Palazzi, docente di fisica dell’Università di Torino, che attraverso la storia del ghiacciaio Okjökull in Islanda ha ricostruito la storia dei cambiamenti climatici e ha prospettato i futuri possibili che ci aspettano in relazione alle scelte compiute nel presente. Il giornalista e scrittore Massimiliano Coccia ha poi sottolineato il valore normativo della toponomastica, mettendo a fuoco la necessità di intervenire attivamente nella costruzione degli spazi pubblici anche attraverso i nomi che diamo alle strade e ai luoghi. Ciascuna generazione, in questa prospettiva, ha il diritto e il dovere di ridisegnare, attraverso la toponomastica, il quadro di valori su cui fondare il futuro.

A seguire Matilde Puleo, docente di una scuola secondaria di Arezzo, e Caterina Benelli, ricercatrice di pedagogia generale all’Università di Messina, hanno presentato rispettivamente un’esperienza di scrittura collettiva e uno studio di caso sulla scrittura collaborativa realizzati durante la pandemia.

Vanessa Roghi, storica del tempo presente, attualmente impegnata in un progetto di ricerca alla Columbia University, ha preso la parola da New York per raccontare, attraverso la “storia di una coperta”, una parte fondamentale della storia della scuola democratica in Italia, che grazie all’attivismo pedagogico, al movimento di cooperazione educativa e al tempo pieno ha ottenuto importanti risultati che ancora oggi stentano ad essere valorizzati e a rappresentare un modello.

Ha chiuso i lavori della mattinata la responsabile del settore settore Educazione e Istruzione della Regione Toscana, Sara Mele, che ha raccontato i primi due anni della “politica educativa” avviata dalla Regione Toscana con l’iniziativa denominata Leggere: Forte!, finalizzata all’introduzione di un’ora al giorno di lettura ad alta voce in tutti i servizi educativi e le scuole della Toscana.

I cantieri narrativi del pomeriggio

Dopo pranzo i partecipanti sono stati coinvolti direttamente in sei cantieri narrativi:

  • Tutti pazzi per l’ Percorsi di orientamento narrativo blended per il triennio delle scuole secondario superiori di II grado con Serena Dingacci, Niccolò Sensi, Andrea Caldelli (Sala Multimediale – Fonderia 1);
  • Leggere per competenze. Percorsi di storie per l’educazione civica con Elisa Amadori, David Bargiacchi, Simona Chelini, Sara Di Crescenzio e Caterina Livani (Sala Tirreno);
  • Costruzioni di futuro con Sabina Minuto e Sara Moretti (Leopoldina);
  • Trans/figurazioni: dalla musica alla pittura. Il futuro dellimmaginazione con Dario Bruna (Aula all’aperto);
  • Un solo futuro? Esplorare i mondi e le possibilità della lettura ad alta voce per immaginare il domani con Andrea Mancini, Maria Assunta Rutigliano, Renata Martinčić, Susanna Morante (Sala Munari);
  • Narrazioni prospettiche: il potere immaginifico dei silent book con Diego Izzo, Irene Catanzani, Vanessa Candela, Aurora Castellani, Giulia Mattiacci, Eliana Bucchi (Sala dei Fantasmi – Magma).

Il cantiere Viaggi ed incontri: percorsi di orientamento narrativo blended per studentesse, studenti, insegnanti e famiglie insieme con Martina Evangelista e Andrea Paolini è stato trasmesso online dal ristorante del Teatro.

 

 

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